Missió

Filosofia Iniziativa

Creare un nuovo modello distributivo

La nostra inguaribile determinazione ci aiuterà a raggiungere l’obiettivo: aprire una nuova via nel mondo della distribuzione alimentare e della commercializzazione di prodotti artigianali. Vorremmo che i nostri clienti percepissero questi valori e condividessero le nostre esperienze. Vogliamo creare un nuovo modello distributivo per favorire:

  • da un lato, i produttori che hanno difficoltà alla commercializzazione dei loro prodotti tipici locali
  • dall’altro i consumatori dell’area di riferimento, che possono trovare rappresentati nelle varie occasioni di vendita produzioni di eccellenza, fatte in modo artigianale, secondo parametri della tradizione e della genuinità, con connotazione di qualità e naturalità, con prezzo accessibile

 

Ci sentiamo molto distanti dal mondo della produzione industrializzata di prodotti, soprattutto food; ci piace stare lontano dalla logica della globalizzazione, lontano dal mondo della standardizzazione e formattazione di prodotti, che significa spesso perdita di personalità e radici del prodotto stesso.
Ci sentiamo distanti dalla logica della ripetitività da catena di montaggio dei prodotti, che crea cloni di prodotti spesso asettici.

Ma ci sentiamo anche molto lontani dall’impersonalità, dalla standardizzazione, dalla codifica formale degli atti d’acquisto presso la grande distribuzione, il palcoscenico all’interno del quale si muovono e performano i prodotti del mondo industrializzato.
Viviamo con distacco l’acquisto a tutti i costi che viene spinto all’interno della GDO, secondo una logica di consumi spesso senza una vera esigenza. Mai dovremo incorrere nella tentazione di utilizzare strumenti di persuasione occulta per incitare a comprare più del necessario.

Questo modo di sentire e ragionare non corrisponde ad un rifiuto ideologico, aprioristico e insensato.
Sappiamo benissimo che nessuno di noi, nel modello di civiltà in cui viviamo, può prescindere da queste forme evolutive e moderne di produzione e commercializzazione.
Riteniamo soltanto che possa essere un modello non esclusivo.
Riteniamo che ci sia spazio per proporre una alternativa.
Riteniamo che il consumatoreche poi siamo tutti noivoglia vivere più esperienze nell’atto di acquisto e che in questo senso è giusto che venga assecondato.
Le ultime tendenze negli atteggiamenti di acquisto lo dimostrano sempre più.
faccio la spesa nella GDO, nel discount, nel negozio specializzatoEd è tanto più giusto quanto più questa modalità distributiva valorizza il territorio stesso in cui ciascuno vive, territorio nel senso di risorse umane, economiche e naturali; quanto più questa modalità alimenta le tradizioni, le toglie dall’obsolescenza e ci restituisce un mondo più equo e una qualità di vita più alta.
Quanto più questa modalità fa cultura, in senso lato.

Si può fare business anche così

Vogliamo dimostrare che si può fare business anche così. La nostra non vuole essere una attività senza scopo di lucro: vogliamo prosperare come iniziativa commerciale e vogliamo creare fatturati per i produttori-fornitori. Però vogliamo farlo in un modo più rispettoso di certi valori ovvero un in modo intelligente e sostenibile. Vogliamo anche che in parte l’attività alimenti il background da cui proviene il prodotto distribuito, finanziando progetti sul territorio e coinvolgendo i clienti negli stessi. Vogliamo prosperare altresì per esportare il modello su altri territori:

  • in Italia, per alimentare l’interscambio interno e favorire altri territori
  • all’estero, per presentare la parte migliore di un’Italia che fa di qualità, genuinità, bontà e eccellenza le sue armi migliori

 

Il più possibile vicini

Dal territorio, per il territorio.
Partiamo dalle risorse del territorio, vogliamo metterci a disposizione delle risorse locali; il nostro punto di arrivo è ugualmente il territorio, i suoi abitantiche devono trasformarsi da consumatori in coproduttorie il suo patrimonio di tradizioni.
Abbiamo in mente unademocratizzazionedella qualità alimentare come processo che ci troveremo inevitabilmente ad affrontare. La strada scelta è ambiziosa e difficile ma, nello stesso tempo, meritevole di grande attenzione.
Per affrontarla con successo bisogna senz’altro avere bene presente i rischi e porsi in un atteggiamento di netto contrasto con quello tipico delle economie di scala e con il business generale: bisogna cercare uno sviluppo e non una crescita, fare della qualità un concetto che guidi ogni attività dalla produzione al consumo, passando per la distribuzione.

Non ci piace il fatto che per lo più questi prodotti/produzioni, local, della tradizione, del territorio, quando va bene (ovvero non sono scomparsi o all’opposto si sonosnaturati”), siano diventatidi nicchia”.
Si trovano talvolta piccole aziende artigianali, che offrono prodotti di altissimo livello, spesso introvabili, se non in alcuni negozi dove sono venduti a prezzi inavvicinabili dalla maggior parte della gente. Negli ultimi anni queste produzioni sono state definite dinicchia”, proprio per rendere l’idea di prodotto difficilmente reperibile e comunque caro, quindi a disposizione solo di una cerchia di privilegiati.
In questo modo tali prodotti alimentano una esclusività e un senso elitario che non sono corretti.
Sono unadeviazionerispetto alla loro genesi e intima natura.
Il nostro intento è di smentire l’assunto e dimostrare che, in realtà, anche i prodotti dinicchiasono avvicinabili da un sempre maggior numero di persone.

Un nuovo approccio al consumo

Abbiamo già detto che vogliamo trasformare i consumatori in co-produttori.
Si tratta di un processo di cambiamento degli atteggiamenti non facile ma necessario.
E soprattutto avvertito da molte persone.
I’ un modo di consumare più consapevole, più genuino, più ancorato alle tradizioni e specificità del territorio, ma in assoluto più naturale eetico”.
Vogliamo conservare la relazione con consumatore non tanto per logiche di fidelizzazioneattraverso la promozione o la collezionequanto per logiche di comunicazione, coinvolgimento, condivisione, al fine di alimentare una cultura del territorio, dei suoi prodotti, delle sue istanze.

Trasformare i limiti in vantaggi

Non si può fare a meno di prendere atto che molte produzioni alimentari buone, pulite e giuste, in realtà, presentano dei limiti molto forti. Limiti strutturali
Per la non infinità delle materie prime indispensabili, e perché non possono essere trasportate troppo lontano.
Limiti di quantità
Perché chiedere di più (in quantità) ai produttori vorrebbe dire violare un sistema produttivo perfettamente integrato con ambiente e umanità locali.
Limiti di assortimento
Perché il territorio ha le sue peculiarità e ha affinato le sue specializzazioni, quindi non può offrire l’assortimento merceologico completo
Limiti di stagionalità
Perché occorre seguire il fluire naturale delle stagioni e non si può offrire tutto durante tutto l’anno, come ormai, da consumatori, siamo abituati a pretendere

Ebbene, vogliamo trasformare questi limiti in vantaggi.
Vantaggio di freschezza e genuinità, se la materia prima è contingentata e la logistica difficoltosa.
Vantaggio di coinvolgere più produttori della stessa area per far fronte agli eccessi di domanda, anziché rispondere con una industrializzazione del processo.
Vantaggio di coinvolgere più produttori di differenti area per far fronte ad una domanda di varietà ed assortimento merceologico, favorendo scambi ed esperienze diverse.
Vantaggio di recuperare una propensione di acquisto più saggia, promuovendo consumi più in sintonia con ritmi e specifiche del territorio.

Nasce una nuova formula

Il progetto non nasce su uno schema casuale.
Abbiamo meditato principi, struttura, sviluppi.
Senza rinunciare alla organizzazione.
Pensiamo di poterlo definire un modello di Distribuzione Ragionata (non solo Organizzata).
I’ la DR anziché la DO.
E non vogliamo pensare neppure di relegarci ad un ambito minimale, lasciando ad altri il compito di pensare ingrande”.
In merito al concettograndevogliamo contrapporre un concetto ditipica”.
La nostra sarà la TDR.
Lunga vita alla TDR. Lunga vita alla GDO.

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